Floriterapia e malattie autoimmuni

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Floriterapia e malattie autoimmuni

Messaggiodi doc54 » dom set 30, 2012 3:55 pm

I Fiori di Bach nelle Patologie Autoimmuni

L’equilibrio emozionale e il significato del Sé nelle patologie autoimmuni



Di fronte alle guarigioni dovute alla fede e a pratiche non considerate prettamente mediche, quali l’ipnosi, la meditazione o altro, la medicina non resta più in disparte dichiarando di non avere spiegazioni, ma inizia ora a parlare di "ruolo attivo della mente", e le ricerche da tempo stanno andando in questa direzione. E' ormai disponibile una grande raccolta di dati empirici che dimostrano quanto il condizionamento comportamentale e sociale, e quindi la personale risposta emotiva, possano inibire o intensificare la risposta del sistema immunitario. Nuove scoperte supportano questa tesi anche a livello fisiologico e il sistema immunitario è ormai riconosciuto come il terzo dei principali sistemi di regolazione dell'organismo, in piena parità con il sistema nervoso autonomo e con quello endocrino.

Disfunzioni del Sistema Immunitario

Il nostro organismo gode di due tipi fondamentali di immunità, quella congenita, con cui si viene al mondo (difesa generale non specifica affidata alla pelle, ad alcune secrezioni, ad alcuni enzimi e globuli bianchi) e quella acquisita, o di adattamento, che è l’immunità che il corpo sviluppa contro determinati tipi di batteri, virus e tossine con cui si sia venuti in contatto e che abbiano stimolato il sistema immunitario.

Secondo alcune scuole il sistema immunitario può diventare ipoattivo (incapace di contrastare l’azione patologica di virus, batteri e processi tumorali), iperattivo (fornisce un’iper risposta alle aggressioni, come nell'asma) o mal diretto (fornisce una risposta paradossale, non aggredisce organismi esterni ma i tessuti del proprio stesso organismo, come nelle patologie autoimmuni)..

Lo stress e le risposte del sistema immunitario

Ogni stress di una certa entità può attivare l'asse cortico-ipotalamicopituitario-surrenale stimolandolo la produzione di corticosteroidi, e sono questi che neutralizzano il sistema immunitario. Le emozioni negative fanno anche innalzare la tensione muscolare, mostrando che attivano eccessivamente il ramo simpatico del sistema autonomo, altra causa di deterioramento del sistema.

E' ormai noto da tempo, infatti, come l'ansia, la depressione e un abbassamento della forza dell'Io (capacità di affermazione), siano tutti fenomeni associati all’ipoattività del sistema immunitario, che appare stressato. Alla base del malfunzionamento delle difese dell’organismo sembra possa esserci un mancato adattamento della risposta emotiva allo stress.

La mente e il Sistema Immunitario

I fenomeni legati allo stress sono ormai abbastanza noti e ci appaiono come risposte meccaniche. Ma le ultime scoperte ci dicono che sulla superficie delle cellule T, quelle legate all’immunità acquisita, quindi alla specifica storia evolutiva in ogni individuo, sono presenti dei recettori in grado di rispondere alle informazioni chimiche portate dai neurotrasmettitori, e di attivare, dirigere e modificare di conseguenza le loro funzioni di cellule immunitarie.

Si è scoperto infatti che il tessuto linfoide (midollo osseo, timo, milza, tonsille, nodi linfatici, ecc.) è innervato, il che vuol dire direttamente connesso con il sistema nervoso centrale, con cui è in dialogo attraverso neurotrasmettitori e recettori. Gli immunorecettori infatti non si limitano a rispondere alle molecole messaggere inviate dal sistema endocrino e a immunotrasmettitori del sistema immunitarío stesso, ma rispondono anche ai neurotrasmettitori del sistema nervoso autonomo.

Questo sta a dimostrare che la mente, tramite l’ipotalamo (e l’ipofisi), ha un accesso neurale diretto al sistema immunitario. E la mente è il luogo dove viene elaborata la nostra risposta finale agli eventi, e dove viene elaborata soprattutto l’immagine che abbiamo di noi stessi.

L’ipotalamo è una struttura neurale complessa con un ruolo determinante nelle risposte somatiche e autonome relative agli stimoli emotivi. E’ intimamente connesso con il sistema limbico, altra sede emozionale, che lo contiene e lo regola, e che è connesso a sua volta con i centri superiori del cervello.

E’ stato dimostrato che l’ipotalamo è legato alle risposte immunitarie. Infatti sia la sua inibizione che la sua eccitazione provocano mutamenti della reattività immunologia; e l'attivazione di una risposta immunitaria nel corpo provoca a sua volta cambiamenti misurabili all'interno dell'ipotalamo. Si ritiene quindi che la connessione mente-corpo venga mediata attraverso la via limbico-ipotalamico-pituitaria, che porterebbe al sistema immunitario messaggi provenienti direttamente dal sistema nervoso centrale.

La ghiandola pituitaria (ipofisi) è direttamente connessa con le fibre nervose dell’ipotalamo (nella porzione posteriore, la neuroipofisi) . Essa, come i neuroni, secerne mediatori chimici, prodotti dalle cellule nervose dell’ipotalamo, che raggiungono la ghiandola stessa attraverso i loro lunghi filamenti neurali. Le secrezioni della neuroipofisi sono piuttosto secrezioni di cellule nervose. Ipotalamo e ipofisi posteriore sono quindi intimamente legate, e portano direttamente i messaggi provenienti dal cervello nel sistema immunitario.

Deduzioni

Se è possibile un'influenza diretta del mentale sulle reazioni immunologiche acquisite, che prima erano ritenute dei processi puramente biologici, questo vuol dire che possiamo non essere così impotenti di fronte alle patologie legate a disfunzioni del sistema immunitario, poiché possiamo agire sulla mente stessa riequilibrando le nostre emozioni.

Se infatti la mente è implicata nel processo, e agisce sul sistema immunitario attraverso i nostri maggiori centri emozionali, allora noi forse possiamo anche instaurare un meccanismo di feed-back riequilibrando le emozioni per raggiungere di nuovo la mente, inviandole immagini diverse di noi stessi, che la informino di una nostra diversa capacità di stare nel mondo.




I Fiori di Bach e Patologie Autoimmuni

Da un punto di vista psicosomatico nell’ipoattività del sistema immunitario possiamo supporre una tendenza psicologica alla non-espressione del sé, ma di un sé già abbastanza identificato, a cui però si rinuncia per varie motivazioni (paura di non farcela, di creare tensioni o problemi agli altri, ecc.) andando coscientemente contro i propri bisogni e desideri. Troviamo anche stress non risolti, lutti, trasferimenti, vessazioni subite, a cui non si è risposto come si avrebbe avuto bisogno. L’Io risulta alla fine demotivato, e insorge la risposta depressiva.

L’iperattività del sistema immunitario sembra denunciare invece uno stato di paura essenziale, una difficoltà a dare il giusto contorno all’aggressore, da cui ci si difenda compulsivamente e disordinatamente. Troviamo spesso nelle persone asmatiche degli stati di paura non ben definibili.

Nelle patologie autoimmuni il quadro psicologico sembra invece alquanto più complesso.

Le patologie autoimmuni

Nelle patologie autoimmuni il sistema immunitario appare mal diretto. Troveremo senza meno anche qui delle alterazioni molecolari nelle normali vie di comunicazione tra le cellule dello stesso sistema, ma la tematica sembra portarci ancor più direttamente nella sfera che riguarda il mentale: addirittura il riconoscimento del Sé. Infatti qui il sistema immunitario ha perso la memoria di cosa è il Sé, non sa riconoscere cosa appartiene al proprio organismo e cosa sia invece esterno. E questo succede quando non è stato possibile stabilire e affermare un propria, peculiare, identità.

Nelle disfunzioni autoimmunitarie viene infatti a cadere la distinzione tra il Sé e il non-Sé.

I meccanismi che sottostanno al riconoscimento del Sé a livello molecolare possono reagire a molte cause, anche eventi non psicologici che alterino l'immagine corporea quali l'invecchiamento, le intossicazioni, una mutilazione. Ma di nuovo, quale sarà la parte del mentale, il messaggio che la mente invia in queste circostanze al sistema immunitario, viaggiando attraverso i neurotrasmettitori per raggiungere i suoi neurorecettori?

Quale sarà l’immagine che la mente sviluppa di se stessa, quando una persona soffre, si ammala, si vede incapace di ribellarsi a dei soprusi?

Le persone affette da patologie autoimmuni mostrano una risposta insufficiente, a livello mentale, agli stress della vita, come se non avessero un sufficiente interesse per il proprio Sé, e sembra sia questo che renda poi le risposte emotive inadatte.

Un’interessante ipotesi è che l'attività neurale superiore (il pensiero), che di solito si associa ai processi emotivi, non intervenga. Sembra che qualcosa abbia agito da trauma e che le emozioni restino come intrappolate nel sistema limbico, dove l'ipotalamo è direttamente connesso con i sistemi autonomo, endocrino e immunitario.

Questo significa che sembra che la mente si sia come distaccata dall’emozionale, che non riesca a decodificare e quindi a integrare le emozioni nel proprio sistema, dove deve essere presente anche l'aspetto cognitivo. Il corpo viene invece come abbandonato a elaborare solo emotivamente delle informazioni che sarebbe meglio affrontare anche con gli strumenti del mentale.

Il processo descritto è quello del trauma, un evento emotivo eccessivo per cui il mentale non è pronto, e che quindi resta circuitato nel solo emozionale.

Anche nelle malattie autoimmuni sembra interrotta questa comunicazione tra il mentale e l'emozionale.





E qui risalta la grandezza dei Fiori di Bach.

Bach infatti ci dice che la chiave della malattia è dietro un errore emozionale. E l'azione dei Fiori è esattamente quella di ‘ridare contorno’ alle emozioni, rendendole quindi di nuovo accessibili al mentale.

Le emozioni che prima risultavano oscure si chiariscono. La coscienza inizia ad essere raggiunta da input che chiariscono situazioni ambigue. Un lento processo che porta alla ricostruzione, e quindi poi al riconoscimento, esattamente del proprio Sé, quello di cui sembrava perduta la memoria.

I Fiori infatti sono stimolazioni energetiche che sembra sollecitino direttamente l’inconscio. E i problemi emozionali nascono da qualche blocco che interferisce, da anni, con i naturali processi di regolazione all'interno dell’inconscio.







La prescrizione: aspetti comuni nelle malattie considerate gravi

Stress da diagnosi

Gorse - Si ritiene che non ci sia motivo perché proprio noi si debba guarire. Non vale la pena di intraprendere più nulla. Il mondo appare pieno di cose belle che a noi però saranno negate.

Willow - Sembra ingiusto che sia capitato proprio a noi. Si guarda alla vita degli altri come a una vita comunque migliore, sottovalutando i loro problemi e spesso con invidia e rancore perché ci appaiono immeritatamente privilegiati.

Mimulus - Si ha paura della malattia. Ci si sente immediatamente fragili e si teme che qualunque disagio possa farci peggiorare. Si sta attenti a se stessi come se si fosse diventati di vetro.

Gentian - La malattia determina un vero e proprio quadro depressivo, con demotivazione e malinconia.



Convivenza con la malattia

Crab Apple - Si ha come la sensazione di essere difettosi, che di fronte ai segni della malattia gli altri ci guardino come qualcuno un po’ inferiore. Se i segni non sono manifesti si teme che si possano comunque intravedere. Tutto questo rende un po’ incerti, con un senso di soggezione generale.

Oak - La complessità delle cure determina uno stress di fondo. Sembra di non poterne più di assumere farmaci e di fare visite mediche.

Pine - Si ha senso di colpa verso i familiari e le persone vicine a cui la propria malattia impone disagi o limitazioni, come se essere ammalati fosse una vera e propria colpa.

Willow - Si ha rancore verso la propria malattia. Si detesta la propria fragilità, che ha portato ad ammalarsi, ci si sente vittime ingiustamente colpite.

Impatiens, Oak, Vine - Si è talmente proiettati nell’azione che non si sopportano le limitazioni imposte della malattia. Non si riesce a sviluppare un atteggiamento più riflessivo su quanto sta accadendo a se stessi.







Le maggiori attitudini emotive che allontanano dal proprio Sé

Fragilità - E' debole la struttura stessa dell’Io, che non riesce a definirsi, restando così involuto.

Agrimony - L’incapacità di reggere l’ansia e le tensioni spinge a una continua fuga, per cui non ci si confronta né con se stessi né con gli altri. L’emozionalità appare indifferenziata come nei neonati, con forti aspetti edonistici.

Centaury - L’eccessiva debolezza della forza di volontà impedisce di contrastare anche minimamente quella degli altri. Ci si trova a percorrere sentieri non propri, sia per debolezza che per compiacere agli altri.

Clematis, Mimulus - Non si sa affrontare il mondo, che appare troppo disarmonico e violento, e ce se ne ritira. Clematis in un dimensione mistica di sogno, Mimulus in un proprio microcosmo dove conta soltanto la sicurezza. Manca ogni capacità di integrazione nel sociale.

Walnut - Ci si lascia condizionare troppo dal proprio ambiente, e per paura di creare fratture e disarmonie si rimandano continuamente le proprie scelte. Si rischia di restare intrappolati in situazioni ambigue, rimandando continuamente la realizzazione delle proprie istanze.



Insicurezza - L’Io resta involuto in quanto non si riferisce a se stesso per la propria crescita, ma a modelli del mondo esterno.

Agrimony - Si teme di non essere accettati, e si nascondono e si negano i problemi. Si ritiene che sia importante, agli occhi degli altri, apparire disinvolti. Si adotta una maschera sociale allegra, che diviene alla fine un ruolo in cui si resta intrappolati.

Cerato - Non si ha alcuna sicurezza in quello che si intuisce, e si cercano conferme nel mondo esterno. La propria voce interiore resta così completamente inascoltata.

Larch - Si è convinti che gli altri siano sempre migliori, in ogni aspetto. Ci si paragona sempre a loro e ci si sente eternamente inadeguati. Non si rischia, ma si cercano situazioni molto inferiori di quelle a cui si sarebbe adatti.



Paura - La paura determina uno dei maggiori blocchi, in quanto sequestra l’energia psichica nei circuiti emozionali, impedendo l’elaborazione razionale. L’Io resta involuto in quanto si rimane nello stato infantile della dipendenza.

Centaury - La paura di perdere l’amore, che può diventare terrore, diviene il tema centrale dell’esistenza. Non si ascoltano ragioni, ma ci si organizza quasi esclusivamente intorno a questo.

Mimulus - La paura del dolore e dei disagi porta a un’eccessiva prudenza e a elaborare una strategia di vita basata sull’evitamento. Ci si mette al riparo di personalità forti, da cui ci si lascia gestire.

Red Chestnut - La paura per il benessere delle persone care porta a sviluppare rapporti simbiotici e a sacrificare la propria individualizzazione.



Rigidità - Qui l’Io appare invece ipertrofico. Si è in grado di reggere il dolore e di essere autonomi, ma non si accettano incertezze né di mettere in discussione le proprie opinioni. Non si è così in grado di confrontarsi con il mutevole mondo delle emozioni, e ce se ne allontana intimamente anche fino a negarle di fatto.

Beech, Impatiens, Vine - L’intolleranza verso le opinioni diverse e il forte bisogno di affermazione portano ad essere arroganti e a disconoscere il valore degli altri. L’io è arroccato su posizioni difensive estreme, si teme che il sentimento indebolisca e ce se ne difende, condannandosi a un’aridità emotiva.

Chicory, Holly - In questi fiori, altamente emotivi, la sensazione di non essere amati come si avrebbe bisogno porta a controllare continuamente il sentimento degli altri nei propri confronti invece di lasciarsi andare al proprio. Il sentimento d’amore non fluisce e resta dolorosamente bloccato.

Elm, Oak, Vervain - Qui è rigido il senso del dovere, con cui si è identificati a scapito del mondo emozionale. Non si è coscienti di questo, ma non volendo concedersi debolezze non si ascoltano e non si capiscono i bisogni emotivi, propri e altrui, identificandosi soltanto con le proprie responsabilità.

Gentian - Si è attaccati alla propria visione delle cose, razionalista e pessimista, ma che ai propri occhi appare invece intelligente e realistica, e se ne è orgogliosi perché non si vorrebbe per nulla al mondo apparire ingenui. Si scambia per senso della realtà una visione piatta e determinista delle cose, senza alcuna concessione alla fantasia.

Honeysuckle - E’ rigido il legame con il passato, che impedisce di integrare gli elementi nuovi. Si è rimasti emotivamente bloccati nella ricerca delle emozioni dell’infanzia.

Rock Water - Si tenta di vincere ogni incertezza e ogni smarrimento fortificandosi con tecniche mentali, allenamenti fisici, diete, fino a ritrovarsi letteralmente sommersi dalle regole che ci si sono imposte. Il proprio mondo emotivo non viene ascoltato, ma si tenta di disciplinare anch’esso.

Star of Bethlehem - La rigidità è progressiva, dovuta all’azione di uno o più traumi non risolti. Si perde lentamente il desiderio di fare le cose, si diventa malinconici e ci si autoemargina. Pian piano si diventa rallentati nei gesti e nei pensieri.

Water Violet - Un eccessivo senso del rispetto, proprio e altrui, raggela lentamente l’emozionalità. Non si accetta di essere invasi dagli altri, e si sta molto attenti a non farlo a propria volta. Alla fine si perde però la capacità di vivere le emozioni spontaneamente.

Willow - Non si accettano le sconfitte e le delusioni della vita. Si vorrebbe aver avuto un percorso lineare e senza ostacoli e ci si ritrova pieni di amarezza e di rancore verso la vita e gli altri, a cui si addebitano i propri insuccessi.



In nessuno di questi Fiori troviamo qualcosa di alieno dall’essere umani. Affermazione e fragilità, sogno e razionalità, paura, autonomia e la stessa dipendenza, fanno proprio parte di un essere complesso, dotato di aspetti istintuali, emotivi e razionali.

Come vediamo il problema è sempre quello di una mancanza di equilibrio, troppo di questo o troppo di quello, senza concordanza ma in conflitto, spesso inconscio.

I Fiori possono ristabilire questo equilibrio mancante, aspetto fondamentale proprio per contrastare le patologie autoimmuni, dove non possiamo stimolare il sistema immunitario la cui aggressività è diventata pericolosa, né tanto meno deprimerlo, per non disorientarlo ancora di più.

Il lavoro che possiamo fare attraverso i Fiori di Bach è proprio quello di fornire al nostro sistema immunitario il nostro Sé, almeno psicologicamente ben definito dal non-Sé. Un semplice "essere se stessi".





Ma cosa vuol dire ‘essere se stessi?’

Vuol dire dare la giusta risposta agli eventi, interni ed esterni. Arrivare a distinguere tra bisogno e desiderio, propri e altrui, e dar loro il giusto ascolto e valore.

Sembra un concetto astratto, ma questo solo perché si tratta di uno stato di essere, quindi non ben definibile a parole, che si può riassumere forse con il sentimento che: "Se stessi è una buona compagnia quando si sta da soli, ma con cui si può stare altrettanto bene nel mondo".

Questo stato, che non possiamo meglio definire, è però qualcosa che, appena lo abbiamo trovato, lo riconosciamo. E’ lui, non ci possono essere dubbi, fuori dal conflitto, dai condizionamenti. Dove i nostri compromessi sono minimi, accettati e decisi lucidamente per senso dalla realtà, e non perché abbiamo paura o ci sentiamo insufficienti, o perché non abbiamo alcuna stima di noi stessi.

Il Sé si fa riconoscere dal sentimento che si stanno recuperando delle radici lontane che un tempo ci appartenevano, di quando si venne al mondo emozionalmente ben orientati.

I Fiori di Bach non "creano" il Sé, ma permettono di raggiungerlo sgomberando semplicemente la strada dai blocchi che lentamente, nel tempo, l’hanno ostruita.



Cosa sono le emozioni?

Con questo termine si indicano soprattutto i sentimenti percepiti consciamente e le loro manifestazioni. L’esperienza emotiva viene suscitata dalla percezione di un oggetto, significante o che lo diviene, che agisce da stimolo. Il sentimento emotivo si esprime nelle manifestazioni somatiche, risultato diretto della percezione dell’oggetto.

Le emozioni sono strettamente correlate alla nascita o al contenuto di un pensiero (opinione) anche indipendente dallo stimolo, sia che si tratti di un’immagine fluttuante che di una fantasia elaborata, e questo perché le emozioni si servono delle esperienze memorizzate (Le esperienze vengono conservate nella memoria in tre modalità diverse. Codici motori, che rendono automatiche certe prestazioni fisiche, il cui ricordo è difficile da descrivere anche se è rimasto impresso insieme al tono affettivo che ha accompagnato l’esperienza. Codici immaginativi, riferiti ai ricordi strettamente collegati all’esperienza sensoriale reale. Codici simbolici, riferiti ai ricordi di elementi astratti quali le parole ed il loro significato).

Nel linguaggio comune vengono letteralmente riconosciute centinaia di emozioni. Le reazioni espressive servono a comunicare il proprio stato affettivo e aiutano a stabilire e mantenere i legami. Il viso è il luogo principale della segnalazione emotiva non verbale.

Sebbene la teoria che i due emisferi cerebrali contribuiscano a processi emozionali diversi, dove l’emisfero destro appare implicato prevalentemente nell’emozione, resti valida, ulteriori ricerche hanno messo in luce altre particolarità. Sembra che i due emisferi propendano ad essere specializzati in modo diverso per alcune emozioni positive e negative. La regione frontale sinistra sembra più attiva durante alcune esperienze emotive positive, mentre quella frontale destra, durante alcune esperienze emotive negative.

Le emozioni ed il Sé sono intimamente connessi, in quanto la coscienza è considerata la consapevolezza di uno stato sensoriale.

IL Sé è quel modo di essere-nel-mondo che si sviluppa solo e se non si viene condizionati né deviati in modo importante dalla soddisfazione di bisogni innati, di cui il desiderio è la chiave di orientamento.

Il Sé è in grado di influenzare sia l’evocazione che l’espressione dell’emozione, in quanto attua un processo di valutazione.

Note

E’ ormai dimostrato che la secrezione di adrenocorticosteroidi, indotta dallo stress, provoca con il tempo, o in modo traumatico, la neutralizzazione del naturale sistema di sorveglianza immunologia. Questo abbassamento sarà maggiore verso gli agenti patogeni già presenti nel corpo (vari virus e batteri, formazioni cancerogene formatesi per processo spontaneo) che non verso quelli con cui si venga in contatto dall’esterno.

I neurotrasmettitori (detti anche mediatori chimici) sono sostanze utilizzate da una cellula nervosa per eccitarne un’altra, che ne riceve il messaggio attraverso i propri neurorecettori. Se già sapevamo che la mente, attraverso i neurotrasmettitori, regola sia il sistema endocrino che quello autonomo, ora sappiamo che esiste anche un itinerario analogo per il sistema immunitario, e che probabilmente è anch’esso bidirezionale. La scoperta che i linfociti sono portatori di recettori per gli ormoni del sistema endocrino e per i neurotrasmettitori del sistema nervoso autonomo, significa che tutti i messaggi che provengono dal mentale, che a sua volta li elabora insieme all'emozionale, possono essere comunicati anche al sistema immunitario, esattamente come già sappiamo che vengono comunicati al sistema autonomo e a quello endocrino. Quindi i tre sistemi, autonomo, endocrino e immunitario, sono tutti e tre connessi direttamente con il sistema nervoso centrale, ne sono modulati, e possono anche modulare reciprocamente l'uno l'attività dell'altro.

Il sistema limbico è un complesso sistema di connessioni che riceve informazioni dalle aree olfattive e da quelle sensoriali della corteccia, nonché dall’ipotalamo. A sua volta invia informazioni a diverse aree corticali, e di nuovo all’ipotalamo. Nel sistema limbico l’informazione nervosa viaggia entro un circuito riverberante che si ritiene costituisca la base neurale del comportamento e dell’esperienza emotivi.
Dott. Giancarlo Cavallino
Medico Omeopata PNEI
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